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L'AUTORE

Livio Macchi è nato a Gallarate nel 1959. Ha esordito nel 1996 con la raccolta di racconti “Rimozioni” (Campanotto Editore) e ha poi pubblicato i romanzi “A metà della notte” (Marietti, 2000), “La voce dei Turchini”(PIEMME, 2003) e “La formula dell’Arcanum” (PIEMME, 2005) seguiti da “Tre racconti ingannevoli” (Marco Del Bucchia Editore, 2008).

EPIGRAFE

Qual’è il carattere di un popolo? La sua storia, tutta la sua storia, nient’altro che la sua storia.
Benedetto Croce

BIBLIOGRAFIA

SCOPRI IL MONDO DE IL PRINCIPE DEL FUOCO

In uno specchio distante cinque secoli si disegna un ritratto collettivo che ci trova, ancora, impietosamente somiglianti..

Come in una favola, il cafone Giovanni Pepere salva la vita al Viceré nella battaglia di Troìa del 1528 e in premio riceve terre nell’agro di Melfi sulle quali incomincia a costruire una masseria. È l’inizio di una scalata umana e sociale, di un riscatto dalla miseria che porterà il cafone a sposare per calcolo una principessa ma ad amarne davvero la sorella; crudele e violento, ignorante ma conscio di esserlo, Pepere si muove nella vacanza di poteri nata dopo il sacco di Roma sfruttando ogni occasione con spregiudicata intelligenza. La scoperta nelle proprie terre dell’ “olio di pietra” - base per il micidiale “fuoco greco” - lo lancia in un commercio disinvolto e illecito che lo fa ricchissimo; il fuoco diventa così il simbolo del suo potere e insieme dell’ambizione che gli fa cambiar nome, dichiararsi principe, battere moneta e creare un esercito che lo difenda da chiunque sfidi la sua nuova, illegittima autorità. Sorretta da una lingua ricca e da uno stile, la parabola del cafone che si fa principe fa emergere i caratteri che fanno del protagonista il “primo italiano”, prodromo di una borghesia belligerante, senza censo, senza credo e senza paura. In uno specchio distante cinque secoli si disegna così un ritratto collettivo che ci trova, ancora, impietosamente somiglianti.